ISTAT: I dati di quest'anno ci ricordano tanto i dati, poco veritieri, del 2002
Adusbef e Federconsumatori, dopo i clamorosi errori nella definizione del tasso di inflazione nel 2002 (affermanti un calo rispetto all’anno precedente del tasso di inflazione da 2.7 a 2.5, mentre tutte le famiglie italiane soffrivano un pressoché raddoppio dei prezzi in concomitanza con l'introduzione dell'euro, a causa manovre speculative e in assenza di verifiche e controlli.
Non vorremmo si ripetesse la stessa cosa, cioè che, in presenza di massicci aumenti, in primis per i beni di largo consumo e per i prodotti energetici, l’inflazione scendesse dal 2,1 del 2006 all’1.8, come recita il comunicato dell’Istat.
Siamo di fronte ad una questione molto grave, troppo rilevante ed importante è infatti il tasso d’inflazione formale, che fa riferimento a parametri economici fondamentali come i tassi bancari, gli affitti, i rinnovi contrattuali e la rivalutazione delle pensioni.
Noi riteniamo che il tasso di inflazione nel 2007 sia decisamente più elevato, ben oltre la soglia del 3% (3,4 – 3,5 % su base annua), pari a maggiori spese per 994 euro per le famiglie (senza contare l’aumento dei mutui a tasso variabile che ha già inciso rovinosamente sui bilanci familiari).
Si tratta perciò di riorganizzare finalmente l’Istat, per migliorarne ruoli e funzioni, intervenendo su tre questioni fondamentali:
· voci del paniere e relative scadenze, più aderenti alla reale spesa delle famiglie;
· pesi quantitativi delle voci del paniere, sempre per una migliore aderenza alla realtà familiare;
· assoluta accuratezza delle rilevazioni dei prezzi a livello territoriale, notevole risulta infatti la discrepanza tra le nostre rilevazioni e quelle ufficiali.
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